Il mio zuccherino ufficialmente era una ragazza pon pon fermamente convinta di dover partecipare a quella stupida storia della castità, perciò quando ero con lei dovevo frenare i miei istinti al massimo. Per quello poi andavo a sfogarli altrove.
Diavolo ero un'adolescente, concedetemelo!
Ora capitava ad esempio che eravamo sul mio armadietto, o almeno lei aveva le spalle là, e io le mordevo un labbro che subito se la dava a gambe infuriata..
Non aveva idea di che volesse dire divertirsi..
Le chiedevo di fermarsi sbuffando e rigettando le spalle lungo i fianchi, ma niente, era imperterrita.
A scuola non potevo farmi vedere con nessun'altro, anche se chiunque sotto sotto sapeva cosa combinavo... Ma ufficiosamente nessuno ne era al corrente.
Ma in ogni altro posto della galassia ero libero come l'aria: ad esempio, quel giorno, in quel bar, a quell'ora.
Avevo una ragazza more, di fronte a me, e accorgendomene le sorrisi un po'..
Era bella. Da morire..
Ed era anche la ragazza che serviva ai tavoli in quel posto, e che anche se ci andavo spesso lì era una delle prime volte che la vedevo. Magari aveva uno di quei lavori part-time, beata lei. Io il mio lo cambiavo quasi ogni giorno: l'ultimo era, il maggiordomo. Sì, credeteci pure, faccio il maggiordomo! Ma ancora per poco, e ho anche dovuto seguire un corso per divertarlo..
Comunque mi avvicinai al bancone ed ordinai da bere a quella ragazza occhi chiari-capelli mori-fisico mozzafiato.
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Ce l'hai un cheeseburger? E una birra, grazie.- Dissi, sedendomi allo sgabello di fronte al bancone.